Pulsations of consciousness

I published an article titled Pulsazioni della coscienza. Forma breve ed emozioni primarie nella scrittura di Michele Mari, within the volume Brevitas. Percorsi estetici tra forma breve e frammento nelle letterature occidentali, edited by Stefano Pradel and Carlo Tirinanzi De Medici (Trento: Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Trento, 2018).
The article is based on the assumption that literary works are mostly originated by the attempt of representing meaningful events determined by the interactions between the individual mind and the natural and social environment, resulting in the arousing of deeply felt and often violent basic emotions. As a consequence, in the style and the very structure of literary works is marked the need of giving shape to these emotional nuclei.

What follows is the incipit of the article.

  1. La bestia e la forma

Nei quaderni che facevano da spartito alle sue lezioni universitarie sul romanzo, Giacomo Debenedetti individua nelle scritture di Proust e Joyce un momento di trasformazione radicale della struttura romanzesca: l’intreccio di fili narrativi che costituiscono la vicenda del romanzo rivela una tendenza a coagularsi in nodi, in addensamenti conoscitivi che smagliano il tessuto della trama fino quasi a dissolverlo. L’analogia fondamentale che agli occhi di Debenedetti unisce la Recherche e Ulysses è il loro strutturarsi per nuclei di senso. La narrazione è orientata dal prodursi di momenti di intensificazione percettiva che bucano la rappresentazione convenzionale del reale e rivelano l’essenza profonda delle cose. Il racconto come concatenazione di avvenimenti, come intreccio di fatti tenuti insieme da nessi cronologici e causali, lascia posto a un’idea della narrazione come rappresentazione di eventi che generano uno scarto conoscitivo, che rivelano una nuova qualità del mondo. Il «romanzo nuovo» intuisce che «le cose dicono qualcos’altro da ciò che è scritto nella loro immediata presenza; e che quell’altro, quel segreto, quella realtà seconda è la sola qualità che le renda degne di essere raffigurate». Dopo l’esempio di Joyce e Proust, molti esperimenti romanzeschi perdono interesse per il congegno narrativo e si avvicinano all’abolizione integrale della vicenda, a vantaggio della rappresentazione di esplosioni cognitive che liberano le essenze, spingono l’indagine oltre la superficie, disoccultano aspetti essenziali del mondo.

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