Michelangelo: a self-caricature

Caricature misshapes the masks that society applies to the human face. This is why artists use deformation to build self-representations that contradict the social stereotypes of self-fashioning. In one of his poems, Michelangelo Buonarroti portrays his physical and psychological dejection creating a proper self-caricature: bluish coloured eyes, rotten teeth, a face that is fit to terrify, damaged clothes, injured ears and laboured breathing. The self-caricature involves not just the body of the artist, but also his own work of art: his writings become valueless scribblings, and his sculptures are seen as useless rag-dolls. Continue reading

Alcina’s double portrait

In the seventh canto of Ludovico Ariosto’s Orlando furioso (1532) Ruggiero arrives at the island of the sorceress Alcina. The sorceress encounters him on the threshold of her wonderful palace. She appears as the image of beauty itself. «Her person», Ariosto writes, «is as shapely and as fine / As painters at their most inspired can show», and her face presents a «perfect symmetry». The long description accurately depicts every detail of Alcina’s face and body. (OF, VII, 11-16):

Di persona era tanto ben formata,
quanto me’ finger san pittori industri;
con bionda chioma lunga ed annodata:
oro non è che più risplenda e lustri.
Spargeasi per la guancia delicata
misto color di rose e di ligustri;
di terso avorio era la fronte lieta,
che lo spazio finia con giusta meta.

Sotto duo negri e sottilissimi archi
son duo negri occhi, anzi duo chiari soli,
pietosi a riguardare, a mover parchi;
intorno cui par ch’Amor scherzi e voli,
e ch’indi tutta la faretra scarchi
e che visibilmente i cori involi:
quindi il naso per mezzo il viso scende,
che non truova l’invidia ove l’emende.

Sotto quel sta, quasi fra due vallette,
la bocca sparsa di natio cinabro;
quivi due filze son di perle elette,
che chiude ed apre un bello e dolce labro:
quindi escon le cortesi parolette
da render molle ogni cor rozzo e scabro;
quivi si forma quel suave riso,
ch’apre a sua posta in terra il paradiso.

Bianca nieve è il bel collo, e ’l petto latte;
il collo è tondo, il petto colmo e largo:
due pome acerbe, e pur d’avorio fatte,
vengono e van come onda al primo margo,
quando piacevole aura il mar combatte.
Non potria l’altre parti veder Argo:
ben si può giudicar che corrisponde
a quel ch’appar di fuor quel che s’asconde

Mostran le braccia sua misura giusta;
e la candida man spesso si vede
lunghetta alquanto e di larghezza angusta,
dove né nodo appar, né vena eccede.
Si vede al fin de la persona augusta
il breve, asciutto e ritondetto piede.
Gli angelici sembianti nati in cielo
non si ponno celar sotto alcun velo.

Avea in ogni sua parte un laccio teso,
o parli o rida o canti o passo muova:
né maraviglia è se Ruggier n’è preso,
poi che tanto benigna se la truova.
Quel che di lei già avea dal mirto inteso,
com’è perfida e ria, poco gli giova;
ch’inganno o tradimento non gli è aviso
che possa star con sì soave riso.

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The cognition of Priapus. Gadda and caricature

Is out my last essay, The Cognition of Priapus. Caricature procedures in Carlo Emilio Gadda’s Eros e Priapo. Here it is available the English abstract, while here you can find the whole essay in Italian.

I extract from the essay three different caricatural descriptions of Benito Mussolini provided by Gadda in his controversial pamphlet Eros e Priapo, written between 1944 and 1945. In the first, Gadda portraits the image of Mussolini speaking from the sadly well-known balcony:

Di colassù i berci, i grugniti, i sussulti priapeschi, lo strabuzzar d’occhî e le levate di ceffo d’una tracotanza priapesca: dopo la esibizione del dittatorio mento e del ventre, dopo lo sporgimento di quel suo prolassato e incinturato ventrone, dopo il dondolamento, in sui tacchi, e ginocchî, di quel culone suo goffo e inappetibile a chicchessia, ecco ecco ecco eja eja eja il glorioso, il virile manustupro: e la consecutiva maschia polluzione alla facciazza del «pòppolo».

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